mercoledì 21 aprile 2010

Quanto dura la felicità?

Quanto un sorriso? Quanto uno sguardo? Quanto un abbraccio? Quanto un soffritto di pancetta? O il tempo di spegnere una sigaretta? I 90' più recupero del derby? I minuti che passano da quando la cameriera ti consegna il piatto che hai aspettato per quasi due ore a quando te lo sei spazzolato via tutto? Quanto un turno di Blood Bowl? Quanto la puntata di un telefilm demenziale? Il tempo di dividere in mazzetti le carte da gioco? Quanto il tiro di un dado? Quanto una passeggiata? Quanto l'infusione di una bustina di tè? Quanto un dvd pieno di vecchie foto? Quanto fare la schiuma al latte per preparare il cappuccino? Il tempo interminabile di cui hanno bisogno le patate nel forno? Quanto una gara di dolci? Quanto un bicchierino di Armagnac? Il tempo di un bacio?
Di sicuro è limitata... ma forse è proprio questo il punto: darle un inizio e una fine. Se fossimo perennemente felici non noteremmo neanche la differenza e tante piccole cose speciali che normalmente ci tirano su di morale rimarrebbero solo piccole cose da nulla.
E di sicuro lo scorso weekend ne ho ricevuto una buona dose. Di piccole cose da niente, ma molto speciali. Di felicità.
...strano che una buona parte di esse riguardasse il cibo, vero?

lunedì 5 aprile 2010

Come la marea

Mi era capitato più volte di pensare alla mia vita (soprattutto quella affettiva) degli ultimi mesi come ad un oceano burrascoso... mi sembrava continuamente di stare lì lì per affogare e quando pensavo di non farcela davvero più, arrivava un salvagente. Ma mi teneva a galla solo per poco, poi scivolava via di nuovo ed eccomi un'altra volta in balia delle onde. Non era semplice andare avanti in quel modo. Per nulla.
E tutto ad un tratto nemmeno più l'ombra dei salvagente... completamente sola in mezzo alla tempesta. Però all'orizzonte è spuntata una barca. Non un transatlantico, non una grossa nave: una barchetta... piccola, ma solida. Mi ha portata a riva e mi ha lasciata riposare per un po'. Ne avevo bisogno. Si è allontanata alla fine, però so che c'è, è lì fuori... se mi servisse aiuto nuovamente, so che potrei contare su quella barca.
Così, timidamente, sono scesa di nuovo in acqua... il mare sembra calmo ora, la tempesta è passata per il momento. Nuoto, ma non mi allontano da riva: non so se avrò il coraggio di arrivare al largo ancora per un bel po'... si sta bene qui... niente burrasche all'orizzonte... C'è una corrente tiepida ed invitante che mi lambisce e non escludo di cedervi, ma non so ancora bene dove porta e ho paura di lasciarmi andare alla deriva (hai visto mai che questa corrente mi riporti in mezzo all'oceano in burrasca?).
La felicità è ancora lontana, ma direi che va tutto nettamente meglio. "Come si fa a non essere ottimisti?" [cit.]

Quando sembra che non succeda più
Ti riporta via, come la marea, la felicità